venerdì 21 settembre 2012

Ode all'autunno

 
Foto: MorgueFile
Autumn Leaves, foto di David Wagner
Foto: MorgueFile

Io adoro l'autunno. Sarà che lo vedo come un'ancora di salvezza dopo i mesi di caldo torrido e di notti insonni passate a sudare. Sarà che i colori e i sapori autunnali sono i miei preferiti. Sarà che ben si addice a quella parte malinconica di me che di rado mi permetto di vivere pienamente. Di sicuro c'è che l'autunno risveglia in me tutte le velleità di pseudochef che in estate vanno tristemente in letargo visto che la mia cucina nelle giornate estive si surriscalda ai livelli di una sauna finlandese. Il problema, se così lo vogliamo chiamare, è che l'autunno a Roma non arriva prima di ottobre inoltrato, anzi a volte si fa attendere fino a novembre. Ma io sono una persona impaziente e il primo giorno di autunno mi metto a sfornare piatti di stagione anche se fuori ci sono 36 gradi. Più che impaziente in effetti dovrei dire incosciente. In ogni caso, la Pasta e Ceci che ho preparato ieri era goduriosissima.







L'ho cucinata spesso, seguendo ogni volta una ricetta diversa, ma la migliore è senza dubbio quella di Giallo Zafferano.

E saluto l'autunno che sta arrivando con le parole della meravigliosa Emily Dickinson:

“Sono più miti le mattine
e più scure diventano le noci
e le bacche hanno un viso più rotondo,
la rosa non è più nella città.
L’acero indossa una sciarpa più gaia,
e la campagna una gonna scarlatta.
Ed anch’io, per non essere antiquata,
mi metterò un gioiello”.

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